Non so se sia corretto parlare di filiconia polacca, ovvero di una vera e propria produzione di immaginette religiose da parte di case editrici di nazionalità polacca.
In tanti anni di collezionismo, il sottoscritto ne ha osservati ben pochi, senza avere la certezza che quel nome scritto sotto l’immagine identificasse esattamente una casa editrice della Polonia.
Ciò non significa, per contro, che non vi siano santini polacchi, ma che la Polonia – da questo punto di vista – fu un mercato di produttori stranieri, a partire dagli editori francesi di Saint-Sulpice. Anzi, devo subito correggermi, perché le prime immagini religiose su carta furono con molta probabilità di produzione italiana, a marchio Remondini, portate a Cracovia o a Czestochowa dagli ambulanti Tesini, molto noti a noi filiconici.
Probabilmente gli artisti e gli editori locali preferivano la produzione delle icone su legno, di cui hanno dato prova di grande perizia. Detto questo, una collezione polacca esiste ed è costituita appunto da tutte quelle immaginette prodotte in loco o per quel determinato mercato.
In proposito si osservi questo santino a bordi fustellati degli anni Venti, sul quale è raffigurata una bella e delicata immagine litografica di San Giuseppe. Il santino fu pubblicato da una purtroppo non identificata D.S.Co., ma non ci sarebbe da meravigliarsi se quello fosse il nome del committente o del solo distributore, mentre il reale produttore potrebbe benissimo essere tedesco, per esempio.
Se il discorso del produttore straniero non dovesse convincervi, osservate questa Santa Teresa del Bambino Gesù, in offset, del 1930, sul cui angolo inferiore sinistro si nota in maniera piuttosto evidente l’ancora con le lettere E. B. & C., un logo di nostra conoscenza che come sappiamo apparteneva a Edoardo Berardi e C. di Milano. Peraltro, il santino in questione, su carta telata, raffigura l’immagine n. 387 della Serie 2000.
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angela rotundo
molto interessante grazie