Sembra il titolo di un romanzo storico o di un film dello stesso genere. E invece il personaggio – peraltro molto celebre – è realmente esistito (nato a Montepulciano nel 1542 e morto a Roma il 17 settembre 1621).
Roberto Francesco Romolo Bellarmino, il Cardinale Bellarmino, apparteneva alla Compagnia di Gesù, nella quale entrò molto giovane.
Vi risparmio la sua biografia, che naturalmente potrete leggere in un qualunque sito web: basta cercare sul motore di ricerca “Roberto Bellarmino” e troverete tutte le notizie che cercate sullo stesso.
Fra le vicende che lo riguardano c’è la sua nomina a Consultore del Sant’Uffizio, istituto meglio conosciuto con il nome di Santa Inquisizione, sulla quale potremmo aprire una parentesi lunghissima, dalle fini torture applicate sugli imputati dal famigerato Tribunale alle scuse espresse in tempi recenti dalla Chiesa cattolica.
C’è da dire che il “nostro” non fu uno qualunque all’interno dell’istituzione, in quanto protagonista di alcuni fra i più celebri processi della storia. Pensate che, appena nominato nel 1597, il Cardinale dovette occuparsi del caso Giordano Bruno.
Alcune fonti ci dicono che Bellarmino tentò di salvare la vita del frate domenicano, ma invano perché quel testone non volle saperne proprio di abiurare alle sue idee eretiche. Come andò a finire lo sappiamo benissimo e – qualora ce ne fosse il bisogno – a Campo de’ Fiori a Roma, c’è una statua a ricordarcelo perennemente.
Andò in modo diverso – per fortuna – con un altro importante processo, quello a Galileo Galilei, del quale peraltro Bellarmino era amico. Fu proprio lui, forse (durante il primo dei due processi), a convincere lo scienziato ad abiurare alla teoria eliocentrica, secondo la quale “era” la terra a muoversi attorno al sole che invece “restava” immobile.
Fra le sentenze cui partecipò, anche quella di condanna a Tommaso Campanella al carcere perpetuo.
Insomma, Roberto Bellarmino fu sicuramente un grande difensore della Chiesa e se commise qualche errore, come nelle vicende sopra menzionate, fu perfettamente in buona fede. Quella cattolica s’intende!
Ovviamente, la Chiesa lo ha proclamato santo.
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Agostino
Grazie Biagio, per l’interessante articolo. Pare che il Santo Bellarmino anche se era il
consultore del Sant’ Uffizio, e lo portò ad avere alcuni colloqui con l’inquisito Giordano Bruno, durante sette anni dal 1593 al 1600, difatti egli non partecipò mai
personalmente alle sedute degli interrogatori, nei quali si poteva attuare la tortura.
Fu per ordine del Papa Clemente VIII, il 20 gennaio 1600, che il Tribunale dell’inqui
sizione pronunciò il verdetto di condanna al rogo del religioso Domenicano.
Mariolina USA
Non so se Umberto Eco sapesse del tuo sito. Probabilmente, no. Ma se fosse ancora vivo glielo segnalerei. . .
Giorgio Mignani
Quanti errori commessi dalla santa Chiesa!
Questo di San Bellarmino, è uno dei tanti!