Dicevano i nostri avi “nomina sunt omina“, ovvero “il nome assegnato a ciascuno di noi alla nascita, ne segna anche il destino“.
Se così fosse davvero, la scelta del nome da parte dei genitori sarebbe piuttosto limitata e incentrata in prevalenza su quei nomi, il cui significato letterale o il personaggio ispiratore (cioè colui che lo ha già portato) segnassero un destino sicuro e felice.
Sappiamo invece che la scelta cade spesso sul nome portato dai nonni (al Sud soprattutto del nonno paterno), oppure – per i cattolici – su quello di un santo di cui si è particolarmente devoti.
Da qualche decennio poi, alcuni genitori attribuiscono ai figli nomi di personaggi molto popolari, ispirati dall’attore o dal calciatore preferito.
Una volta era vietato battezzare un bambino con un nome che non corrispondesse a quello di un santo del calendario. Oggi, il Codice Canonico (Can. 855) suggerisce che “i genitori, i padrini e il parroco abbiano cura che non venga imposto un nome estraneo al senso cristiano“; il che equivale a dire che è opportuno che si attribuisca un nome di un santo, ma in caso contrario, il sacerdote non può rifiutarsi comunque di battezzare il bambino (in casi simili, di solito, a quello già scelto si aggiunge il nome di un santo).
Per la legge italiana, non è possibile imporre lo stesso nome di un familiare (padre, fratello o sorella viventi), di usare come nome il cognome, o un nome ridicolo o vergognoso.
Fatta questa premessa – che poco attiene alla filiconia – sappiamo che il calendario della Chiesa è davvero ricchissimo di nomi e bisogna davvero essere molto fantasiosi per imporre a un figlio un nome che non vi è contemplato.
È anche vero che, in alcuni casi, la sfortuna ci mette del suo, per esempio, quando il genitore impone al bambino il nome del santo del giorno di nascita. Immaginate, una bambina che nasca il 5 novembre, giorno in cui la Chiesa festeggia – fra gli altri – Santa Trofimena (vedi immagine sopra a sinistra).
Santi dai nomi strani ve ne sono tantissimi e spesso è molto difficile trovare immaginette che li rappresentino. Non a caso, fra le tematiche collezionate dai filiconici c’è anche quella dei “Santi con nomi strani“; da non confondere con l’altra, pure collezionata, dei “Santi poco conosciuti“; anche se a volte le due categorie coincidono.
Fare un elenco di questi santi sarebbe molto lungo e, al tempo stesso, del tutto inutile: un nome che per alcuni risulta strano, potrebbe non esserlo per altri. Il presente post, pertanto, e come al solito, serve soltanto a far conoscere il vasto mondo del collezionismo filiconico che – ormai l’avrete capito – non risponde a regole rigide ma, molto più spesso, a criteri del tutto personali.
Per esempio, Sant’Antero Papa e Martire, ricordato in calendario il 3 gennaio, risulterà un santo dal nome strano per molti, ma non certamente per gli abitanti di Giaveno (TO) di cui è il protettore (vedi immagine a destra).
Chi di voi, oggi, chiamerebbe il proprio bambino Teodolfo (come San Teodolfo di Lobbes, festeggiato il 24 giugno), o Materno (San Materno di Colonia, ricorrenza 14 settembre) o ancora Corbiniano (San Corbiniano Vescovo di Frisinga, che si ricorda l’8 settembre) o Godefrido (San Godefrido Vescovo di Amiens, 8 novembre)?
Come ho già detto, potrei andare avanti a lungo. Ribadisco che, sotto il profilo collezionistico, non esiste un criterio rigido per stabilire chi debba considerarsi santo con nome strano. La valutazione è soggettiva e dipende anche dal concetto stesso di “strano”, ovvero curioso, fuori dal comune. Certo non metterete nella collezione un’immaginetta che raffigura San Biagio, ma una di San Vernerio o di San Gaudenzio probabilmente sì.
Ovviamente, come sempre, sono ben accetti i commenti di tutti gli amici collezionisti, soprattutto – nel caso specifico – di coloro che collezionano santini di “santi dai nomi strani”.
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angela rotundo
Molto bello. Volevo precisare solo che la legge italiana sui nomi è recente perchè al mio paese Gimigliano veniva messo al neonato il nome del padre o del fratello o sorella, tanto è vero che per distinguerli l’uno dall’altro veniva messo un soprannome.
Mariolina USA
Il commento di Angela mi incuriosisce: quando e per quale ragione la legge italiana ha imposto che il nome del padre
non possa essere dato al figlio?
Biagio, come sempre, le immaginette ti portano ad introdurre argomenti interessantissimi!