Chi non conosce in maniera specifica l’enorme produzione degli editori parigini sansulpiciani (dal nome del famoso quartiere sorto nei dintorni della basilica di Saint-Sulpice) non ha presente le diverse tipologie di immaginette che i francesi realizzarono fra la metà del XIX e gli inizi del XX secolo, con l’impiego di una particolare tecnica di stampa che prevedeva la traforatura della carta, a mo’ di merletti (da cui il termine gergale “merlettati”).
Non potevano essere maneggiate, senza il rischio di rovinarle, considerata la fragilità della loro struttura, né essere portate addosso, in tasca o nelle borse, come i più normali santini. Alcune di esse, come quelle a parti mobili, erano così delicate che aprirle più volte significava inevitabilmente romperle. E naturalmente anche il loro costo non era certo modico, come le più comuni litografie o cromolitografie.
Ma allora perché questi editori realizzarono tali preziose (almeno per l’epoca) immaginette?
La risposta, purtroppo, non ha nulla di spirituale ed è invece di natura assolutamente commerciale. L’immaginetta devozionale sansulpiciana – che per il devoto poteva avere esclusivamente una funzione di meditazione, cioè la si poteva ammirare e leggerne la preghiera stampata sul verso – per gli editori era (e lo è sempre stata) un prodotto commerciale. E come avviene per qualsiasi libro, la cui copertina accattivante, a volte, può fare la fortuna del libro stesso, allo stesso modo un’immaginetta più era curiosa e più attirava l’attenzione degli acquirenti.
Ma torniamo alle tipologie. Accanto alle più diffuse immaginette con i bordi traforati, vi erano quelle con le cornici traforate, mentre le più preziose erano (lo sono ancora oggi) i canivets meccanici, caratterizzati dal fatto che fra la figura centrale, di solito in siderografia, e la traforatura non c’era alcuna soluzione di continuità (proprio come i canivets manufatti dei secoli precedenti).
Una particolare sottocategoria delle traforate a punzone erano le immaginette a parti mobili, ovvero quelle che consentivano di muovere alcune parti della struttura. Si parla allora – nel senso che la terminologia appartiene più al mondo del collezionismo filiconico – di immaginette a sorpresa, se muovendo una parte appare l’immagine nascosta sotto. Le immaginette, simili alle precedenti, si definiscono invece a edicola, se la forma ricorda quella di una chiesetta o di un piccolo tempietto. Infine, le più grossolane (di carta pesante) e kitch immaginette a teatrino, sono quelle che si aprono e possono stare appoggiate, in quanto si sviluppano nello spazio circostante: né più e né meno come un moderno pop up.
Rispetto alle normali immaginette a bordi traforati, quelle delle tipologie sopra descritte hanno un valore di mercato di gran lunga maggiore. Se è possibile reperire le prime a prezzi che oscillano fra i 10 e i 25 Euro, per le altre si parla di quotazioni che possono superare anche i 200 Euro, nei casi di pezzi molto elaborati e di particolare bellezza estetica.
Se avete trovato il post di vostro interesse potete esprimere la vostra opinione postando un commento o semplicemente cliccando su MiPiace posto all’inizio dell’articolo.
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
angela rotundo
Bellissimo, grazie perchè apprendo sempre cose nuove