Non so quanti di voi si siano mai chiesti come mai sulle incisioni dei Koppe – ma anche di altri incisori boemi – viene utilizzata la lingua tedesca e non quella ceca, come sembrerebbe più naturale.
Per esempio, capita spesso di leggere la scritta in tedesco “Druck und Verlag” ovvero “Stampa e Casa Editrice”; oppure, in altre, si può trovare l’abbreviazione tedesca “Hl“, cioè Heilige per indicare “santo”.La risposta sta nel fatto che i Koppe, così come altri editori, tipo Hoffmann, Rudl e altri, erano di origine tedesca.
Il fatto non deve meravigliare, se si conosce un po’ la storia della Boemia, di Praga e dei cosiddetti sudeti, vale a dire le popolazioni tedesche insediatesi in quell’area fino agli anni 40 del secolo scorso.
L’insediamento delle comunità tedesche a Praga avvenne già a partire dalla fine del XI e gli inizi del XII secolo. In particolare intorno al 1100, sulla riva destra della Moldava, si svolgeva un enorme mercato. Va detto anche che la presenza delle popolazioni di lingua tedesca a Praga e la diffusione della loro lingua fu dovuta al fatto che la Boemia fu parte del grande Impero Asburgico.
Lo sviluppo industriale e commerciale di Praga, si concentrò, a partire dagli inizi del XIX secolo, proprio sulla riva sinistra del fiume Moldava, in quel quartiere che prese il nome di Smichow, oggi nel distretto di Praga 5. La lingua tedesca era utilizzata soprattutto negli scambi commerciali, suscitando disapprovazione nell’ambito della comunità ceca che, a partire dalla fine del secolo, riuscì finalmente a imporre il proprio idioma.
Chi volesse approfondire, può leggere l’ultimo mio libro, acquistabile sul sito di Teomedia e nei principali stores (Amazon, Rizzoli, Mondadori, Ibis, etc.) I Santi dei Koppe.
A questo proposito permettetemi di ringraziare tutti coloro che l’hanno già acquistato. Come molti di voi sanno è stato pubblicato in formato ebook, ma vi anticipo che uscirà anche una edizione speciale nel classico formato cartaceo, per tutti quelli che vorranno avere il piacere di sfogliare fisicamente le pagine ricche dei capolavori firmati dagli incisori praghesi. Ovviamente, il prezzo sarà molto più alto di quello dell’ebook: proprio in questi giorni, con l’editore, stiamo discutendo per cercare di trovare una soluzione “accettabile”.
Da grande divoratore di libri, e collezionista di libri antichi religiosi illustrati, nessuno più di me può capire quale soddisfazione vi sia nel toccare, sfogliare, annusare un libro. È anche vero però – almeno per quanto mi riguarda – che la voglia di conoscere supera di gran lunga il gusto di toccare materialmente un volume, soprattutto se esso non rientra nelle proprie possibilità economiche.
Al di là dell’estetica, i libri sono nati per trasmettere conoscenza. Oggi, abbiamo la fortuna di poter attingere a queste fonti di conoscenza attraverso un computer, un tablet, uno smartphone, e chi si ostina a rifiutare questi mezzi ritengo sia soltanto perché non ne ha compreso appieno la loro enorme potenzialità.
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Gianluca
Complimenti e non vedo l’ora di sapere di più per il cartaceo 🙂
angela rotundo
Come avevo già detto in precedenza sono appassionata del cartaceo quindi anch’io come Gianluca aspetto notizie al riguardo