Tempi duri per coloro che vogliono scambiare – o vogliono vendere – i propri pezzi con altri collezionisti che si trovano distanti. Capita sempre più spesso di leggere, sui gruppi social come su altri forum, le lamentele di quanti hanno avuto una brutta esperienza in fatto di spedizioni.
Diciamocelo: ognuno di noi, credo, ne avrebbe da raccontare. Di storie ce ne sono per tutti i gusti: dalla busta che arriva già aperta al destinatario, e vuota, a quella che non è mai arrivata.
Personalmente ho smesso di spedire buste con affrancatura ordinaria – che comprende anche la cosiddetta “velocissima” prioritaria – da un bel po’ di tempo. Ormai è sconsigliabile: ci si potrebbe imbattere in spiacevoli episodi, come quel postino, denunciato qualche anno fa perché, invece di consegnare lettere e bollette, le portava direttamente in una discarica abusiva. Comodo no?
Mi sono detto: anche se mi costa di più, preferisco spedire per raccomandata. Con il servizo di tracciabilità, posso seguire la mia lettera comodamente dal mio PC. Fatto verissimo. A condizione però che la raccomandata non venga smarrita “durante le fasi di lavorazione”.
Eh sì, può succedere anche questo.
Una raccomandata semplice, con busta ordinaria (se è diversa da quelle standard si paga una maggiorazione) costa Euro 4,00 per un peso fino a 20 grammi. Oltre questo enorme peso, e fino a 50 grammi, la tariffa sale a Euro 5,20.
Vale la pena spendere 4 Euro per inviare una ventina di santini, il cui valore totale è inferiore al costo della raccomandata?
La questione non cambia quando acquistiamo, da un collezionista privato, sulle aste on line o su qualsiasi altro sito. Pensiamo di aver concluso l’affare, ma a conti fatti ci rendiamo conto che con le spese di spedizione il pezzo ci è venuto a costare di più. Per fare un esempio: acquistiamo un santino che costa Euro 3,00, cui dobbiamo aggiungere altri Euro 5,00 (minimo) per la spedizione raccomandata; perché altrimenti, il venditore non risponde – e a buon ragione – di eventuali smarrimenti o altro. C’è anche il venditore che, nelle spese di spedizione, include anche quelle di “imballaggio”, e allora il prezzo può arrivare anche a 7-8 euro.
Dunque, abbiamo acquistato un santino che mancava alla nostra collezione per soli 3 Euro ed esultiamo per il successo ottenuto, ma in realtà lo stesso ci viene a costare dagli 8 ai 10 euro. Se ci fermiamo a riflettere un attimo, comprendiamo benissimo, non solo non abbiamo fatto l’affare, ma abbiamo pagato il pezzo addirittura più del suo valore di mercato.
Dal canto suo, Poste Italiane – in caso di smarrimento di una raccomandata semplice – prevede che facciate reclamo, così da ottenere il rimborso delle spese di spedizione. Se poi la raccomandata subisce un ritardo di oltre 30 giorni o è stata smarrita, allora – fatto sempre il reclamo – riceverete le scuse dell’azienda (“Ci rammarichiamo che il servizio offerto possa averle causato disagio ed insoddisfazione”) e avrete diritto a 30 Euro, oltre all’importo invio.
Insomma, mala tempora currunt cari amici collezionisti. Prima di scambiare o di acquistare un pezzo, valutate bene la questione “spedizione”.
Certo – si dirà – che nella busta potrebbe esserci un’incisione o un canivet, strapagati dopo una durissima battaglia all’ultimo prezzo partecipando a un asta on line. In questi casi – lo dico per esperienza – è preferibile scegliere la spedizione Raccomandata 1: costa Euro 6,05 fino a 100 grammi (da 100 a 350g si paga 8 Euro), ma arriva in 1-2 giorni. Inoltre, in caso di mancato recapito, oltre il 15° giorno, in caso di reclamo, si ha diritto a un rimborso di Euro 100.
Chissà perché le Raccomandate 1 arrivano sempre!
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angela rotundo
Avete perfettamente ragione con le poste italiane non si può mai stare tranquilli. Anche io ho preso parecchie fregature con varie spedizioni, per cui preferisco anch’io usare il metodo delle raccomandate sicure