I filiconici lo sanno bene: ci sono immaginette, la cui paternità si riconosce a colpo d’occhio. Chiunque non esiterebbe minimamente dinanzi a un’incisione dei Koppe oppure a un pochoir di Giovanni Meschini, tanto per fare due esempi molto facili.
Appartengono a questa categoria anche i santini pubblicati dalle monache benedettine dell’Abbazia di Maredret, piccolissimo borgo – conta circa 350 abitanti – situato in Vallonia, nella provincia di Namur, in Belgio.
Il convento fu costruito a partire dal 1891 per opera di De Hemptinne su un terreno di proprietà della famiglia Desclée. Fondatrice del Monastero fu, due anni dopo, l’8 settembre 1893, Madre Cecile de Hemptinne. Nel 1900 divenne Abbazia.
La produzione delle caratteristiche immaginette – riconoscibilissime per il loro stile neogotico, oltreché per i colori tenui, creati attraverso la stampa in fototipia, generalmente in monocromo seppia, e per l’uso della doratura – ha inizio nel 1905.
Le immagini si ispirano ai testi liturgici, e non è un caso se la casa editrice ha adottato la sigla di IMALIT, ovvero IMAgerie LITurgique. I testi liturgici vengono infatti riportati anche sul recto delle immaginette: la Parola di Dio va meditata attraverso gli occhi (l’immagine) e le Scritture (i testi).
Inizialmente, la modesta produzione di immaginette veniva soddisfatta mediante l’utilizzo di macchine messe a disposizione da tipografi amici, ma a partire dal 1922 l’enorme richiesta della committenza costrinse le suore a rivolgersi a stabilimenti di un certo livello (per esempio quello di Desclée).
Le matrici fotografiche originali erano realizzate dalle stesse suore, che le portavano poi per la stampa in fototipia. In alcuni casi il lavoro veniva completato, sempre dalle medesime, realizzando la coloritura a mano. Dunque, nonostante il ricorso necessario alla stampa meccanica, si può dire che siamo di fronte a un lavoro artistico o quantomeno artigianale a opera delle suore dell’Abbazia. A partire dai disegni originali che, come si può notare, sono privi di firma, secondo la regola benedettina che pretende l’anonimato sul lavoro.
La produzione è generalmente di tipo seriale, ma vi erano anche immaginette stampate su commissione: in questi casi si preferiva utilizzare la dicitura Edition Maredret.
Conosciute all’estero, le immaginette furono esportate in altri paesi europei, compresa l’Italia, ma anche oltre, per esempio negli Stati Uniti.
A partire dagli anni Sessanta, anche Maredret risente della fortissima crisi del santino, che non ha più l’importanza mediatica degli anni precedenti. Tuttavia, la produzione non si arresta, anche se non avrà i livelli di diffusione di una volta.
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rotundo angela
Ammetto la mia ignoranza ma è la prima volta che sento parlare delle benedettine di Maredret, quindi ho trovato l’articolo molto interessante. Grazie
Gianluca
Non conoscevo questa abbazia, le suore e i loro santini. Grazie Biagio!
Patrizia Solari
Sto preparando un articolo per la rivista di Caritas Ticino sul beato Columba Marmion, dell’Abbazia di Maredsous, e in un viaggio in Belgio dello scorso maggio, venendo dal monastero di Chevetogne, sono passata anche dall’Abbazia di Marderet, che è stata una scoperta! Navigando mi sono imbattuta nel vostro sito, interessante. Buon labvoro. Patrizia Solari (Sala Capriasca – Svizzera)