«Cara sposa, ti mando questa figurina che ci ha donato il Tenente Cappellano il giorno di Pasqua, per ricordo della seconda Pasqua di guerra. Saluti, tuo sposo».
Questo brevissimo messaggio, fu scritto a mano sul verso di un santino, raffigurante la SS. Vergine della Consolata, da un nostro soldato, intorno al 1941.
Erano tempi in cui si scrivevano ancora le lettere su carta, che impiegavano diversi giorni, a volte mesi, per arrivare al destinatario; mentre i messaggi viaggiavano attraverso le cartoline, oppure, come nel caso specifico, mediante qualcosa che potesse sostituire mille parole.
Mi piace immaginare che il soldato avesse deciso di inviare alla propria consorte – forse sposata da poco tempo, visto che le si rivolge chiamandola “sposa” – il santino a lui donato dal Cappellano, perché potesse “consolarla” per la triste assenza del marito, partito in guerra evidentemente già da due anni.
Forse il santino sarebbe stato più “utile” a lui, visto che rischiava la vita in ogni momento e avrebbe avuto bisogno della costante protezione della Madonna, oltreché del conforto per ogni istante di angoscia che quella situazione gli provocava.
Oggi, mentre l’Italia ricorda i suoi caduti nel Centenario dell’ingresso nel Primo Conflitto mondiale, questi messaggi scritti sui santini sembrano appartenere a un mondo lontano anni luce.
Nell’era di gmail, Facebook, Skype, whatsapp, e compagnia varia, i nostri soldati impegnati nelle cosiddette “missioni di pace” in varie parti del mondo, possono comunicare con le proprie mogli, fidanzate, mamme etc. in tempo reale, pigiando semplicemente qualche tasto del computer o dello smartphone. E i cappellani militari, probabilmente, non regalano santini ai soldati.
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Agostino
Grazie Biagio, per questa lettura edificante, lo dovrebbero leggere i nostri Politici,
che danno scandalo al Paese e ai cittadini italiani, con le loro violenze e corruzioni.
Mariolina USA
“Cara Sposa” e’ per me un commovente esemplare di quelle che chiamo “immaginette epistolari.” Come spesso noti, Biagio, le immaginette sono uno strumento cosi’ duttile, che si presta a tanti usi, alcuni emulabili, altri meno (vedi : “vota per”). Nella categoria “epistolare” io includo immaginette la cui preghiera e’ stata redatta, a mano, per includere il nome della persona per cui si prega, (un altro esempio di “personalizzazione,” vedi Mario Tasca) ed a volte per correggerla, attenuando richieste e promesse che solo i santi possono mantenere.
A volte, come nell’esempio qui sotto, la correzione trasferisce la volonta’ di Dio ad un qualcosa di inafferrabile, un qualcosa che quasi trascende Dio stesso! Testo originale: “Mio Dio, Voi mi avete tolto la persona che mi era molto cara in questo mondo . . . Io l’amavo, o Signore, e speravo godere per lungo tempo della sua presenza. Voi avete disposto altrimenti, e la Vostra santa volonta’ sia eseguita su di essa e su di me.” Testo corretto: Mio Dio, mi e’ stato tolto mio figlio: la persona che mi era molto cara in questo mondo . . . Io l’amavo, o Signore, e speravo godere per lungo tempo della sua presenza. E’ stato disposto altrimenti . . .
Ti sei imbattuto in qualche immaginetta del genera? Se si’ puoi pubblicarne una scansione?
Ciao