«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
Quello che avete appena letto è l’articolo 1 della Legge 211 del 20 luglio 2000, con la quale lo Stato italiano ha istituito il “Giorno della Memoria”, in ricordo dello sterminio degli ebrei e dei deportati politici e militari italiani nei campi nazisti. Una delle pagine più tristi della storia dell’umanità, sicuramente la più orribile del Novecento.
Non voglio parlare di quello che fu, aggiungendomi ai tantissimi che in questi giorni, giustamente, ricordano ciò che è stato e che speriamo non accada mai più. Vorrei evitare di scadere nella retorica.
Questo sito tratta di collezionismo di immaginette religiose, ovvero strumenti di devozione che oggi documentano una parte della storia dell’uomo, quella legata al rapporto spirituale. In alcuni momenti disperati – come quelli che possono aggredire uomini, donne e bambini che altri uomini hanno deciso di eliminare, in nome di una razza superiore o altro – a quelle persone non restava che affidarsi a Dio, a Gesù, alla Madonna, ai Santi, attraverso la preghiera.
Generalmente, i santini che queste persone portavano con loro erano quelli più comuni, che noi collezionisti conosciamo molto bene, tipici degli anni 40, in particolare quelli in fototipia o magari al bromuro. Certamente non li portarono con sé gli ebrei, per ovvie ragioni.
Le immaginette che state osservando dunque non sono propriamente quelle che accompagnarono i deportati durante i cosiddetti “viaggi della morte”, ma furono stampate successivamente a beneficio di coloro che avevano voglia di pregare per i propri figli, mariti, parenti e amici prigionieri o deportati nei campi. Leggete per esempio questa preghiera, dal titolo emblematico: Preghiera di un ex internato.
I primi versi danno un’immagine molto chiara della tragedia che vissero
Signore, Tu dall’alto hai visto la nostra deportazione, rinchiusi in vagoni bestiame, stipati uno contro l’altro, viaggiando giorni e notti senza conoscere la destinazione, sofferenti per la fame e la sete…
Destinata ai fortunati che restarono nelle loro case, anche una serie di immaginette in fototipia dedicata ai campi di concentramento nazisti, pubblicata dalla casa editrice francese Aumonerie des Prisonniers de Guerre (Cappellania dei Prigionieri di Guerra). Nel caso specifico l’immagine fotografa un momento della messa, nel campo di concentramento di Kaisersteinbruch. Per alcune di queste immaginette era autorizzata la diffusione anche all’interno del campo di prigionia.
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demetrio guzzardi
mi piace… assai… bravo Gamba… i santini hanno “quasi” sempre due facce… l’immagine davanti e molte volte uno scritto sul retro…, questo è vero collezionismo…
EDMONDO BARCAROLI
Ho letto con interesse l’articolo e lo ho trovate molto significativo per ricordare il 70° anniversario del termine di una tragedia che scosse il mondo per la brutalità adottata dal regime nazista. Mi auguro che simili orrori non accadano più anche se al momento attuale avvengono vicende che destano preoccupazione nei popoli.
rotundo angela
Ogni volta che leggo i suoi articoli imparo sempre di più cose nuove ed approfondisco altre grazie tante .