Chi mi conosce sa che personalmente considero degna di essere collezionata la produzione delle immaginette religiose realizzata fino agli anni Quaranta del secolo scorso.
Tuttavia, dagli anni 50 in poi le case editrici produttrici, nonostante fossero calate sensibilmente di numero, continuarono a stampare santini in abbondanza, con una scelta di stili a volte davvero discutibili. Il risultato è stato molto deludente, con conseguente riflesso nel gradimento dei collezionisti, i quali hanno dimostrato di preferire l’iconografia classica agli esperimenti più moderni.
Si spiega così infatti la ragione per la quale i santini moderni che hanno resistito nel corso degli ultimi 50-70 anni sono quelli soliti: la Serie Isonzo e la Serie Ars, entrambe della Egim; la Serie 400 della Bonella; la Serie 2 della Eb, poi ristampata dalla Cigno negli anni 90.
In questi ultimi anni, c’è stato qualche tentativo da parte degli editori di cavalcare il fenomeno del collezionismo filiconico, proponendo ai collezionisti prodotti più o meno originali. È il caso per esempio della Serie 197 – I.G. pubblicata da Fratelli Bonella qualche anno fa (vedi immagine a destra), in offset e stampa fotomeccanica, a margini fustellati. Non so quanti di voi collezionino questa o altre simili.
Sullo stesso stile, è di 4-5 anni fa invece la pubblicazione della Serie I stampata dalla casa editrice FARS di Caserta. Composta di 84 immaginette cartonate, stampate in offset, con applicazioni di dorature, margini fustellati a 8 incavi sul lato lungo e a 3+4 sui lati corti. Le misure sono di cm 6,1 x 10,4. La casa editrice li vendeva – credo li venda ancora – anche con cofanetto e raccoglitore.
Gusti a parte, va considerato il meritevole sforzo da parte della casa editrice, che produce e commercia articoli religiosi in genere, di creare una serie di santini così particolare, con dei soggetti anche ricercati (alcuni raffigurano dei santi locali). Il prezzo di ogni santino si aggira intorno ai 30-50 centesimi.
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Gianluca Lo Cicero
Personalmente apprezzo i tentativi… ciò che non apprezzo sono le “zingarate” che ne vengono fuori. Ultimamente la produzione dei santini “merlettati” (da me tanto amati) rasenta il ridicolo… utilizzano i cliché dei fondi (anche se molto più approssimativi) stampandogli sopra delle immagini o fotografie moderne, ovviamente il risultato è ridicolo. Lo stesso dicasi per le case editrici che hai citato nel tuo articolo.