Partiamo da un dato di fatto: l’immaginetta religiosa è un prodotto editoriale, stampato da un editore (leggi “imprenditore”) e destinato a un consumatore (leggi “devoto”).
Nessuno scandalo, l’ho detto e ripetuto più volte: una cosa è il prodotto in sé, altro è la funzione che tale oggetto svolge, a seconda del soggetto che ne fa uso. Sarà oggetto di devozione per il fedele, oggetto da collezione per il collezionista, oggetto di commercio per l’editore e il commerciante, etc.
Un’altra considerazione da fare è la seguente. In quanto oggetto editoriale, l’immaginetta religiosa è stampata secondo tirature piuttosto alte, che ha – nella migliore delle ipotesi – la possibilità di raggiungere un gran numero di persone.
Queste, sono perlopiù aderenti alla religione cattolica (ma non necessariamente). Oggi i cattolici sono oltre un miliardo nel mondo, mentre una volta erano, forse, ancora di più. Vuol dire che, se anche un’immaginetta capita per sbaglio nelle mani di un cattolico, essa non viene buttata, come si farebbe con un qualsiasi altro volantino.
Di questa enorme potenzialità erano ben consapevoli i Gesuiti del XVI secolo, e molti altri nelle epoche successive. Scrivere un messaggio sopra un santino dava la certezza che avrebbe raggiunto l’obiettivo: i Gesuiti poterono realizzare efficacemente la propaganda anti protestanti, per esempio.
Nella seconda metà del XIX secolo, cominciò a diffondersi l’immaginetta pubblicitaria.
Per i pochi che non dovessero conoscere questa tipologia filiconica, dirò che per immaginetta pubblicitaria si intende un’immaginetta religiosa a tutti gli effetti – ovvero che mantiene tutti gli elementi caratteristici, tecnici e funzionali – che contiene un messaggio pubblicitario, il più delle volte sul verso.
Dunque, non basta che vi sia un soggetto religioso raffigurato sopra, ma deve trattarsi di una vera e propria immaginetta, nella quale l’elemento pubblicità è ulteriore, seppure caratterizzante da un punto di vista della tipologia.
Come al solito degli esempi pratici serviranno a chiarire meglio il concetto. Sopra, potete osservare un’immaginetta pubblicitaria della Chocolaterie Aiguebelle, prodotta dalla celebre casa editrice dei monaci Trappisti di Drome (Francia), a partire dagli anni 80 del XIX secolo e fino ai primi decenni del secolo successivo. Qui sotto invece si possono vedere delle immagini stampate dalla nota azienda produttrice di caffè, Lavazza.
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