Il collezionista filiconico sa benissimo che uno dei suoi problemi maggiori è quello di individuare quanti pezzi più è possibile appartenenti alla serie oppure alla tipologia di immaginette che colleziona.
A differenza dei filatelici e dei numismatici, infatti, che (fortunati loro!) possono attingere a informazioni ufficiali – in primis Poligrafico e Zecca – arrivando a conoscere anche la quantità di pezzi stampati/coniati e finanche il numero di quelli in circolazione, nel caso dei filiconici il discorso è molto più complesso.
In realtà, per le produzioni più recenti anche i filiconici potrebbero attingere – sperando nella disponibilità dei produttori – ai registri degli editori. Ma, come sappiamo, questa è una minima parte della grande produzione di immaginette che sono state realizzate in circa cinque secoli di storia. Certo, anche per le produzioni antiche, si potrebbe tentare di cercare gli antichi inventari, ma sarebbe un’impresa impossibile, considerato il numero degli editori/incisori/produttori dei vari paesi. Per non parlare poi dei manufatti e dei semimanufatti.
Considerato dunque il quadro scoraggiante della questione, non resta che affidarci alla buona volontà dei collezionisti di tutto il mondo e alla loro disponibilità a condividere con gli altri colleghi le informazioni che raccolgono.
Un’altra fonte molto importante che può contribuire a conoscere in maniera più precisa la produzione di un editore, è costituita dai cataloghi, quelli che possiamo definire storici, per distinguerli da quelli moderni pubblicati a uso dei collezionisti. Naturalmente non basta trovare il catalogo relativo a un solo anno per avere idea dell’intera produzione, occorrerebbe trovare anche quelli degli altri anni; impresa, anche questa, che diventa molto difficoltosa, ma non impossibile.
In pratica, il collezionista, oltre a collezionare le immaginette di un dato produttore, dovrebbe raccogliere anche i cataloghi da esso stampati.
Troppo complicato? No, se ci si limita a collezionare poche serie o tipologie. Concentrando le proprie ricerche sulla produzione di un dato editore (il discorso ovviamente non vale per le collezioni tematiche e per i manufatti) l’impresa può riuscire.
Alla fine, non potremo certo sapere con esattezza il numero di pezzi stampati e le diverse tipologie, ma avremo acquisito informazioni tali che ci consentiranno di avvicinarci alla realtà.
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