Il 24 maggio del 1915 l’Italia entrò ufficialmente in guerra, schierandosi con i Paesi della Triplice Intesa: Impero Russo, Inghilterra e Francia. Nel 1917, l’Arcivescovo di Parigi, il Cardinale Amette, promosse un’iniziativa che, oggi, appare sicuramente originale: la Consacrazione degli eserciti nazionali dei Paesi aderenti alla Triplice Intesa.
L’atto, sotto forma di preghiera, fu pubblicato sul verso di un’immaginetta commemorativa (che vedete nell’immagine a sinistra), come Atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù – composto da S. E. il Card. Amette, Arcivescovo di Parigi, per essere recitato la festa del Sacro Cuore 1917 dai popoli dell’Intesa per implorare la vittoria e la pace.
Dopo aver invocato Gesù e chiesto il perdono per colpe e peccati, nel testo si passa alle varie consacrazioni: uomini, famiglie, eserciti. In particolare per quest’ultimi le richieste sono ben precise:
Consacrandoti i nostri eserciti e quelli dei nostri alleati,
Ti preghiamo di dare buone ispirazioni ai loro capi,
d’infondere nei soldati il coraggio necessario per combattere
e la generosità del sacrificio, di proteggerli e di ricondurli vittoriosi.
In pratica, detto in termini più semplici: Gesù guarda e proteggi soltanto e unicamente gli eserciti dell’Intesa; fa che i loro Comandanti escogitino strategie vincenti, e fa in modo che vengano eseguite dai soldati con coraggio e sacrificio. Proteggi questi nel combattimento e rendili vittoriosi, provocando la sconfitta (e dunque la morte) dei soldati nemici.
In un’edizione successiva, quelli del Comitato Italiano per la Consacrazione Nazionale al S. Cuore di Gesù, forse accortisi dei toni un po’ troppo esagerati (in fondo, siamo tutti figli di Dio! anche i soldati che combattono negli eserciti nemici), decisero di apportare alcune modifiche.
Innanzitutto, sul recto, viene stampato un semplice Sacro Cuore di Gesù, abbi pietà di noi! Ma anche il testo sul verso dell’immaginetta viene modificato, anche se non in maniera radicale. Per esempio, la parte sopra riportata, diventa:
Ti consacriamo il nostro esercito e la nostra armata
e Ti preghiamo dare buone ispirazioni ai Capi,
di infondere fede e coraggio nei nostri soldati,
di proteggerli e renderceli presto vittoriosi e più buoni.
In realtà, il nuovo testo non è il risultato di un ravvedimento ma, come si può leggere anche nel nuovo titolo, è un adeguamento dell’originale atto di consacrazione dei Paesi della Triplice Intesa alla sola Italia, come appunto Atto di Consacrazione Nazionale.
In senso più egoistico, si chiede a Gesù di proteggere soltanto i nostri soldati (non si sa mai come possono andare le cose!), anche perché probabilmente quest’ultima immaginetta fu stampata in un periodo successivo al Primo Conflitto mondiale, quando la Triplice Intesa non esisteva già più.
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Maria Grazia Reami Ottolini
In un mio testo avevo voluto anche io far notare un atteggiamento simile a quello descritto da Biagio Gamba. L
a breve considerazione riguardava un santino privo di indicazioni editoriali (cm 11,7 x 6,3) riproducente il quadro sotto citato, edito durante gli anni della seconda guerra mondiale a sostegno dei nostri soldati.
“Il pittore Barberis firma il quadro venerato nella Parrocchia del Sacro Cuore in Grottaferrata nel quale Gesù, che ha alle spalle il campo di battaglia, è preceduto da tre grandi angeli recanti fasci di rami d’olivo, ma la preghiera sul verso ha il sapore amaro se non proprio di apologia del fascismo, per lo meno di una partigianeria poco caritatevole nei confronti dei soldati dell’altra parte, anch’essi senz’altro ugualmente cari al Cuore di Gesù.
Fra il canto fatale delle mitragliatrici, fra il crepitio dei fucili, fra il boato lacerante dei cannoni…
O SIGNORE PROTEGGILI!
Nel fluttuar delle infide onde del mare, nel buio misterioso delle ombre piene di insidie…
O SIGNORE SALVALI!
Nel volo ardito delle macchine alate attraverso gli immensi cieli che cantano la gloria della Tua onnipotenza…
O SIGNORE CONDUCILI ALLA VITTORIA!
Ind. 300 giorni,
Ma anche questo è storia, perché la preghiera del santino è infatti assai distante dall’invocazione alla pace suggerita dal dipinto che non offre invece alcun elemento atto a indicare da quale parte dei contendenti stia Gesù.”