La Madonna di Porta Pia troneggia in tutto il suo inalterabile splendore sul fastigio della più celebre Porta romana, quella che ha dato il nome alla breccia dalla quale i bersaglieri entrarono il 20 settembre 1870 decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei papi.
La porta fu costruita per ordine di papa Pio IV (da cui il nome) su disegno di Michelangelo tra il 1561 e il 1565.
In quel giorno memorabile il cannoneggiamento degli artiglieri aveva danneggiato il monumento non risparmiando l’affresco della Vergine che era stata dipinta nel 1862 sulla sua sommità dall’artista romano Silverio Capparoni.
Con il passare del tempo l’effigie della madonna che vediamo raffigurata in un raro santino d’epoca, in una immaginetta monocromatica, ed in un’antica cartolina del 1905 (dalla quale si evince la sua particolare ubicazione), semplicemente affrescata, per l’azione delle intemperie – nonostante avesse subito numerosi restauri – si era fortemente scolorita quasi fino a scomparire.
Passarono molti anni durante i quali le fonti storiche italiane si arricchirono di scenici episodi che cambiarono il panorama nazionale. Nel 1936 giunse, finalmente, grazie alla generosità delle oblazioni raccolte con l’aiuto dei parroci delle chiese vicine e con l’appoggio del Governatorato, la sua rinascita o per meglio dire la sua mutazione.
L’affresco della Vergine fu “tradotto” in mosaico dalla celebre scuola Musiva del Vaticano diretta dal prof. Biagio Biagetti che aveva istituito un laboratorio di restauro apportando in questo campo concetti e tecniche innovative.
E’ una svolta importante nel settore artistico. Se prima restaurare significava quasi unicamente mettersi in competizione con l’originale reinventandolo e magari – erroneamente – integrarlo sovrapponendo il proprio stile e le proprie concezioni senza alcun riguardo per il lavoro da “curare”, ora il Biagetti sostiene e propugna che la conservazione deve sempre rispettare il gusto e gli indirizzi di quella determinata epoca e concentrarsi su restauri che non alterino l’opera e che soprattutto ne impediscano il deterioramento.
Ecco perché l’affresco della Vergine fu tramutato in mosaico cercando di mantenere inalterate le caratteristiche dell’immagine originale.
Una piccola lapide che fu posta ai piedi della Madonna in occasione del rifacimento ne ricorda l’evento in parole latine:
Ancora oggi la Madonna di Porta Pia circondata da una cornice neoclassica, imponente e soave sembra elevarsi al cielo per proteggere la città Santa con la lucida appariscenza di chi vuole farsi notare; spicca fra le larghe pieghe del suo manto azzurro regalmente avvolta in una tunica scarlatta. Guarda dritta e quasi altera e sembra che voglia sfidare i secoli mostrando a tutti con orgoglio la sua creatura.
Il Bambino Gesù sostenuto fra le sue braccia è in atteggiamento benedicente mentre con la mano sinistra regge il globo terrestre, simbolo del dominio del cristianesimo sul mondo.
Mai come in questo caso i santini “ incontrano” la storia e se ne fanno muti portavoce e continuano a parlare con il linguaggio del silenzio e, a volta stropicciati e lesi, dopo aver viaggiato in un taschino o essere rimasti compressi fra le pagine di qualche breviario, respirano la luce bussando agli occhi e al cuore di chi, nonostante i tempi amari che stiamo vivendo, crede ancora nell’amor di patria, nell’Italia, aspettando (forse invano) che essa risorga dalle ceneri come una nuova Fenice.
L’attaccamento alla propria nazione non implica il rifiuto alla mondialità che il progresso impone e che l’abbattimento dei confini nazionali sancisce ma, non si può manifestare soltanto come è avvenuto in passato, ribadito spesso da una certa retorica militaresca, combattendo sui campi di battaglia, o più semplicemente cantando l’inno patriottico con la mano poggiata al petto in occasione di importanti eventi sportivi (molto spesso deludenti, vedi ultimi mondiali di calcio) o civili.
Pronunciare la parola Patria oggi, forse, ci imbarazza. Che senso ha sventolare una bandiera i cui colori ci appaiono sempre più sbiaditi, peggio dell’affresco della Madonna?
Chi aiuterà l’Italia nella sua mutazione? Il vero amor di patria, sconosciuto ai molti politici benpensanti che si succedono alla guida del nostro martoriato governo con il solo scopo di riempirsi le loro tasche, si dovrebbe manifestare soprattutto difendendo le basi del benessere economico, civile, e culturale senza il quale non ci potrà essere… storia!
Antonio
Mai post fu più puntuale! L’ho trovata per caso ieri in un lotto e mi ero subito messo a cercarne la storia. Grazie dell’ottimo lavoro.
Antonio
C’è un ampio respiro negli scritti della dottoressa Stillitano, è riuscita partendo da un semplice santino a darci una visione del passato, a farci riflettere sul presente e a condurci verso il futuro in una stile che è suo tutto suo, solo suo..Bellissimo articolo molto molto interessante e completo.Complimenti.
Bruno
L’ interessante articolo della Stillitano mi ha fatto venire in mente Lari, i protettori del focolare domestico rappresentati dagli spiriti degli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in generale.
Essi venivano sistemati all’ingresso delle case per assicurarne la protezione.
Ed ho immaginato questa Madonna che vegliava sulla città.
La conclusione amara della Stillitano mi trova concorde…nessun restauro potrà ridare alla nostra nazione la dignità perduta in questi ultimi decenni…ci vorrebbe un altro manipolo di bersaglieri per sfondare il muro di opportunismo che regna tra i mestieranti della politica…ma ahimè, la vedo dura.
congestrimichele
bella davvero
Enzo Cavaricci
Una storia interessante e coinvolgente. come le altre che Carmen Stillitano ci regala.
Rosalba
Mi piace molto la descrizione della Madonna.
Guglielmo
Riesce sempre con i suoi articoli a dare una descrizione perfetta, riuscendo allo stesso tempo di attualizzare l’argomento, che apparentemente agli occhi dei più distratti potrebbe risultare stantio. Complimenti a Carmen ancora una volta, non solo per la forma ma soprattutto per la sostanza!