I fabbricanti di amido hanno come protettore San Carlo Borromeo, i funzionari di bonifica agraria si rivolgono a San Benedetto da Norcia, i produttori di caffè a San Amando, quelli che fabbricano matite a San Tommaso d’Aquino, mentre i custodi dei garage a San Eligio di Noyon Tournai.
Non intendo stilare un elenco dei santi patroni. Impresa, peraltro, per nulla semplice. Sì, perché ogni categoria di persone, e in parte di animali – sapevate, per esempio, che la protettrice dei delfini è Santa Petronilla? – ha il suo Santo Protettore, o Patrono.
Intanto, è bene chiarire che i termini patrono e protettore, per la Chiesa sono dei perfetti sinonimi. Volendo scendere nei dettagli, poi, va detto che esiste il Patronus Praecipuus (Patrono Principale) e il Patronus minus principalis (Patrono Secondario). Per rendere la materia più complicata, devono aggiungersi anche i cosiddetti Patroni aeque principales, in italiano conosciuti come Compatroni. Per esempio, i fabbri hanno quali compatroni: S. Adriano, S. Brandano, S. Brigida Kildare, San Dunstano, S. Eligio di Noyan Tournai, S. Leonardo, S. Omobono e San Patrizio. Ovviamente, non si tratta di un caso isolato. Si pensi a quante città hanno più di un Patrono.
Scopo di questo post è tentare di rispondere a questo quesito: qual è il santo patrono dei collezionisti di immaginette devozionali e di santini?
Sappiamo, per esempio, che quello dei filatelici è l’Arcangelo Gabriele, probabilmente per la sua funzione di messaggero per eccellenza: Gabriele portò il messaggio di Dio alla Madonna. Ma anche i numismatici hanno il loro protettore: si tratta di Sant’Eligio di Noyon. La sua biografia ci racconta che fu un abile orafo, che realizzò diverse opere, alcune purtroppo ormai perdute.
Per parlare, invece, del nostro protettore: ci avete mai pensato?
Secondo qualcuno sarebbe San Sulpizio, con riferimento a Saint Sulpice, il quartiere parigino dove sorge l’omonima chiesa dedicata al santo, che a partire dalla metà del XIX secolo, fu il luogo dove si concentrò la maggior parte degli editori di immaginette religiose. Ma nella biografia del santo non c’è alcun elemento che possa richiamare alle immaginette, né ai collezionisti.
Un ottimo “candidato” potrebbe essere senz’altro San Giuda Taddeo. La tradizione iconografica, e soprattutto filiconica, il più delle volte lo presenta mentre mostra una piccola immagine di Gesù, che porta appesa al collo. Certo dovremmo condividerlo con i casi disperati, gli ospedali e le cause perse, ma non sarebbe l’unico.
Un altro soggetto che ben si presta allo scopo, potrebbe essere la Veronica. Secondo la tradizione, durante la Passione, impietositasi nel vedere il volto di Gesù intriso di sangue e sudore, questa donna si avvicinò e lo asciugò. Sul velo sarebbe rimasto impresso il Volto Santo. Nell’iconografia, anche in quella popolare dei santini, viene raffigurata con in mano il velo, sul quale è disegnato il volto di Gesù. Al momento è protettrice delle lavandaie e delle cucitrici.
Infine, anche San Luca Evangelista potrebbe diventare il nostro protettore. Principalmente per due motivi: il primo in quanto, secondo la tradizione, sarebbe stato il primo a realizzare un’immagine della Madonna. Per questo, viene spesso raffigurato mentre dipinge una tela con l’immagine della Vergine. Il secondo motivo, è invece dato dalla circostanza storica, che a lui fu dedicata la Corporazione degli artisti e artigiani fiamminghi, la celebre Gilda di San Luca. Per noi filiconici il periodo fiammingo è forse il più importante nella storia della produzione di immaginette. Molti incisori a noi noti, furono non solo membri della suddetta corporazione, ma ne divennero anche Decani.
E voi cosa ne pensate?
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Gianluca Lo Cicero
Personalmente ho scelto S.Giuda come Patrono dei collezionisti di Santini in quanto fu il primo a incidere l’immagine di Gesù Cristo per evangelizzare i popoli, lo scopo per cui sono sempre stati editi i santini.
angela rotundo
Sono d’accordo anch’io sulla scelta di S.Giuda Taddeo come patrono dei collezionisti di Santini.
Maria Grazia Reami Ottolini
Da tempo mi arrovellavo sull’argomento non sapendo a quale santo ci saremmo potuti votare in caso di bisogno o per ringraziamenti diversi. Poi un giorno mi capitò di leggere non so dove che san Giovanni di Dio, il fondatore dei Fatebenefratelli, in gioventù aveva venduto libri e opuscoli religiosi. Mi pare di ricordare perfino un’immagine di lui che tirava un carretto con le sue mercanzie lungo una strada costeggiata da un fosso.. E così, ragionando tra me e me, pensavo che all’inizio del XVI secolo, quando presumibilmente Giovanni frequentava piazze e fiere, l’editoria ai suoi inizi offriva anche foglietti con le immagini dei santi, estrapolate dai testi e vendibili singolarmente, cioè i primi santini seriali di cui sicuramente un buon ambulante era fornito.
Ecco l’uomo! mi sono detta e ho sempre pensato a lui come il più buono dei bancarellai forniti della materia prima per le nostre raccolte.
Io voto per lui. E chissà che bei santini antichi gli sono passati tra le mani…
Rosalba
Secondo me potrebbero andare bene San Giuda e la Veronica.
Gianluca Lo Cicero
Negli anni ’70 la famosa sindonologa Emanuela Marinelli attraverso lo studio degli spostamenti del famoso e Sacro lenzuolo funerario di Torino nel medio oriente avanza l’ipotesi fondata che l’icona (Mandylion) che S. Giuda recava con se e che utilizzava per convertire i popoli non fosse altro che la S. Sindone stessa ripiegata in più parti fino a mostrare solamente il volto impresso del Cristo.