Quando si parla di Boemia e, soprattutto, degli oggetti prodotti in questa storica regione europea, facente parte dell’attuale Repubblica Ceca, la maggior parte delle persone pensa ai famosi cristalli. In effetti, il prezioso vetro fu prodotto dagli artigiani boemi già a partire dal XIII secolo.
Vi chiederete che cosa c’entra il vetro con le immaginette, visto che vi trovate in un sito che tratta di quest’ultime e non di oggetti di cristallo e vetro decorato. E invece c’entra eccome, dal momento che uno dei più importanti incisori ed editori di immaginette religiose, attivo nella Praga del XIX secolo, fu un tale di nome Joseph Koppe, il quale – prima di stampare tutte quelle bellissime incisioni che noi collezionisti ormai conosciamo molto bene – fu uno dei più abili e capaci artigiani del vetro. Tanto capace che ebbe, fra i suoi clienti più illustri, addirittura lo zar di Russia, che gli commissionò dei calici di cristallo lavorato.
Ma, allora, perché dedicarsi all’incisione su carta di immaginette devozionali?
Il personaggio, in effetti, appare abbastanza curioso. A cominciare dal suo stesso nome. Si chiamava Joseph o Josef? In entrambi i modi. O meglio: il vero nome era Joseph, in quanto appartenente a una famiglia di origine tedesca. Il padre, Johann Koppe, era stato un commerciante tedesco, facente parte dei Sudeti, la comunità germanica, che a partire dalla fine del XII secolo si stabilì nei pressi del Castello di Praga, sulla riva destra della Moldava. In seguito, nel quartiere si sviluppò un grande commercio. La lingua tedesca, parlata in prevalenza fino alla fine del XIX secolo, si affermò anche grazie alla presenza dell’Impero Asburgico, di cui la Boemia fece parte. Il nome Josef è quindi la versione in lingua ceca.
Joseph Koppe nacque nel 1813 a Neupaka (in ceco Nova Paka), a circa 85 chilometri da Praga. Come accennavo, intorno ai 28 anni di età era già un abile incisore di vetri. Grazie alle sue eccellenti capacità di incidere il vetro, il professor Hasner, studioso di oftalmologia e medico oculista, gli si rivolse perché realizzasse per lui alcuni modelli di occhio in vetro. Joseph creò la forma dell’occhio con il vetro, sul quale incise iride, pupilla e il resto, utilizzando allo scopo uno stampo di gelatina. Proprio quella gelatina che poi gli servirà per realizzare le sue prime immaginette devozionali (immagine in alto a sinistra).
A trent’anni, nel 1843, Joseph fondò la stamperia, in via Husova, nel vecchio quartiere commerciale di Smichov. Presto abbandonò la produzione di immaginette su gelatina, per una ragione molto semplice: si prestavano male alla loro funzione di oggetti devozionali. Bastava la vicinanza di una candela, o anche il calore di un camino, per deformarle o distruggerle del tutto.
La soluzione più scontata era la carta.
Anche nelle incisioni su carta, Joseph si dimostrò originale. Nacquero così le celebri immaginette, oggi ricercatissime dai collezionisti, xilografiche, colorate a mano e coperte da gelatina trasparente, che ne risalta i colori e li protegge. La tecnica impiegata da Koppe, per rendere speciali le sue straordinarie incisioni (perdonatemi l’eccessivo entusiasmo), attraverso l’utilizzo di tempere e acquerelli, applicati probabilmente a pochoir, dell’albume d’uovo e colla animale, secondo lo Spamer fu applicata per la prima volta (e descritta) dall’incisore Joseph Walch, che la sperimentò proprio lavorando con Joseph Koppe.
Verso la fine degli anni Cinquanta del secolo, entrò a far parte della stamperia anche il figlio, Leopold, nato a Praga nel 1841. Nacque dunque la Druck und Verlag JL Koppe Prag, con le iniziali dei nomi di padre e figlio (e non dei fratelli, come pure è stato ipotizzato).
La casa editrice durò per un secolo e oltre, passando nelle mani di Alexander Leopold (figlio di Leopold e nipote di Joseph) e di suo figlio. Nel 1912 avvenne la fusione con la Bellmann, che stampò prodotti editoriali (fra cui immaginette) con il nome di Koppe & Bellmann e, nel 1926, con la casa editrice Melantrich. Nel 1952, il regime comunista portò alla nazionalizzazione delle imprese, compresa la Melantrich. Ma i Koppe erano già spariti.
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Gianluca Lo Cicero
Interessante articolo sui Koppe di Praga.
Mario Tasca
Bravo e grazie Biagio per queste preziose notizie sugli affascinanti “Koppe”.
Prima o poi in una delle mie esposizioni vorrò presentare queste immaginette e ti chiedo fin d’ora di poter usare le tue parole (ovviamente citando la fonte) per la presentazione.
Biagio Gamba
Ma certo Mario. Altre e più complete informazioni si trovano sul mio saggio, pubblicato in due parti, sui numeri di Maggio e Giugno de La Gazzetta dell’Antiquariato.
Mario Tasca
Grazie Biagio, ….ho già fatto l’abbonamento alla Gazzetta!
Stefania Colafranceschi
C’è sempre da imparare sulla storia delle tecniche. Queste precisazioni sono molto utili Biagio. Grazie.
agostino
Grazie Biagio per l’amore che ci dimostri nella conoscenza della Filiconia.