Come ben sappiamo, una delle funzioni peculiari del santino è, da sempre, quella di fare da segnalibro all’interno dei libri di preghiera. Esistono in proposito anche immaginette la cui forma specifica è esattamente quella di segnalibro: si pensi ad alcune cromolitografie della Serie Comune stampate dalla casa editrice Santa Lega Eucaristica di Milano.
Esistono anche libri all’interno dei quali vi sono già attaccate delle immaginette religiose. Ovviamente, si tratta di immagini che sono state appositamente inserite dall’autore, o dall’editore, per illustrare il testo e non possono essere considerate propriamente dei santini o immaginette devozionali (immagine sotto al centro). Ricordo ancora una volta che il santino e/o l’immaginetta devozionale nascono tali: staccare un’immagine, anche se di piccolo formato, da un libretto di preghiere, non la trasforma istantaneamente in immaginetta religiosa tout court, parlando cioè sotto lo stretto profilo collezionistico. Eppure, quanti di noi hanno nella propria raccolta immaginette provenienti da libri?
Si dirà che moltissime immaginette, soprattutto in passato, facevano parte di libri.
A questo proposito, è importante chiarire alcuni aspetti.
Alcune serie di immaginette venivano raccolte e rilegate in libri. Un esempio per tutti, può essere rappresentato dalla serie delle Litaniae Lauretanae, pubblicata dai Fratelli Klauber a metà del 1700. Se si osservano queste immagini infatti – sono tante quelle firmate dagli incisori asburgici, sia di questa che di altre serie – si noterà che esse sono contornate da segni di inchiostro, che stavano appunto a indicare il margine dell’immaginetta, che poteva anche essere tagliata e commercializzata separatamente. Come in effetti è successo: è molto difficile – ma non impossibile – reperire un libro integro della suddetta serie. Diverso è il discorso per i libri di preghiere propriamente detti, nei quali si trovano inserite delle immagini una tantum.
Inutile dire che l’operazione di staccare immagini dai libri è assolutamente criminale, con il risultato di rovinare un libro, senza avere la certezza di recuperare un’immaginetta religiosa, che, si badi, pur si potrebbe trovare all’interno del libro in questione. Pensiamo, a proposito, ai libretti stampati dagli editori francesi di Saint-Sulpice, che erano soliti illustrare con le medesime immaginette religiose che commerciavano singolarmente. Come per esempio la raccolta delle Litanies, pubblicata dall’editore parigino Camus a partire dal 1850, contenente le incisioni siderografiche di Varin, com’è noto peraltro riprese dalla serie stampata dai Klauber (immagine sotto).
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Paola Galanzi
Sono assolutamente d’accordo con te caro Biagio che “mutilare” libri d’epoca è una condotta assolutamente esecrabile ed il tuo odierno articolo fa eco al mio ultimo articolo sul mio Blog. Che dire poi dei Santini oramai proposti “al chilo” ?
Mala tempora currunt…….